“Chi no magna oca a San Martin, no’l fa el beco de un quatrin”

Un vecchio proverbio legato a San Martino, che sicuramente conosci, ha diverse interpretazioni. In una di queste si associa il consumo di oca alla ricchezza, il “quatrin”.

L’arricchimento non è solo augurare buona fortuna, non è solo augurare un arricchimento economico, ma nel nostro caso significa soprattutto mostrare particolare attenzione alle tradizioni e su queste costruire una proposta gastronomica esclusiva e accattivante.

Pertanto hai mai pensato di fare qualcosa per “arricchire” i tuoi ospiti? Chi viene da te percepisce lo sforzo che fai per offrire loro la tua proposta gastronomica nel rispetto della tradizione? I tuoi piatti sono unici e golosi e hai la coda delle prenotazioni?

Una coscia d’oca al forno o in confit, per esempio, la puoi servire nella maniera classica abbinata a una purea di patate. Un ottimo piatto sicuramente perché l’oca è sempre importante, ma gli manca quel qualcosa in più. Gli manca quel tocco di classe che anche tu gli puoi dare e valorizzare l’esclusività dell’oca.

In questo piatto esclusivo, fornitoci da Saverio della Trattoria Diladdarno a Firenze, la coscia d’oca in confit intera e con la sua pelle attaccata è ancora più golosa perché abbinata con il mosto d’uva tendenzialmente dolce. E alla vista è anche molto invitante.

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